Immagina di camminare per strada. Ad un certo punto
qualcuno, una persona normale, per esempio un gelataio come me, ti ferma e ti
dice:
- “ Scusi, Lei ha presente le cattedrali gotiche
? Le voglio fare un regalo.
Se va in questa cattedrale
( e ti indica una delle più grandi cattedrali del mondo ) e spinge la seconda
bacheca a sinistra troverà un passaggio segreto.
E’ il segreto
dell’architetto templare. La saluto. “
Tu cosa faresti ? Non
vedresti l’ora di lasciare il folle e i suoi deliri.
Sei un testone, non hai
ancora capito nulla di questa Macchina.
E’ ora che io provveda a
destabilizzarti del tutto e sarai proprio nella merda.
Storia del gelataio
Aveva immaginato che fosse
una grande cattedrale ma non proprio quella, così importante.
Era un po’ come se
qualcuno ti dicesse, entra in San Pietro, spingi quella colonna e ti trovi
nei sotterranei. Folle.
Seguì come al solito le
istruzioni che gli erano state fornite. Si presentò una Domenica di sole,
intorno alle diciassette, all’ora della messa. Gli appunti si raccomandavano
che fosse di Domenica e che fosse un giorno di sole.
Di Domenica c’era la messa
con il grande organo e nessuno avrebbe fatto caso a un uomo che scompariva
dentro uno stretto passaggio. E che fosse un giorno sereno, adatto alle gite
e alle passeggiate in modo che non troppa gente avesse affollato l’atrio
della chiesa.
Il Professore entrò che la
messa solenne era già iniziata. Il grande organo riempiva le navate di note,
l’intera cattedrale vibrava. E’ difficile spiegare a chi non l’abbia mai
provato cosa significa accorgersi che tutti gli organi del tuo corpo, già,
organi anche loro, cominciano a vibrare e, la cosa interessante, è che non è
una semplice impressione. Qualunque musicista e qualunque fisico potrebbero
spiegarvi che un organo di tale portata produce un’infinità di armoniche e
sicuramente anche quella che riesce a far vibrare una cavità interna del
nostro corpo.
A fine messa, dal momento
in cui l’officiante esce, inizia il gran finale, una tempesta di suoni
ingigantita a dismisura dalle pareti incredibilmente elastiche della
cattedrale, si viene travolti da questo fiume in piena e per qualche istante
non si riesce a pensare ad altro. E quello era il momento consigliato per
scivolare nel passaggio segreto in modo discreto.
Rimase in piedi
nell’atrio. Tutti erano rivolti verso l’altare e avvolti dalla musica. Quando
gli parve che la musica avesse raggiunto i massimi livelli di coinvolgimento,
spinse...
- Buffone che stai facendo
– si diceva con mezza testa. E con l’altra metà si accorgeva che la parete si
apriva, si apriva per davvero e lui commosso si precipitava dentro. Col
fazzoletto si asciugava il sudore. Davanti a lui c’erano degli scalini che
portavano ad una stretta feritoia che dava sull’esterno. Il tempo di salirli
e di gettare un’occhiata. Si vedeva il sagrato della chiesa. Magnifico. Era
tutto vero. Si trovava esattamente in una intercapedine dello spessissimo
muro portante e poteva osservare l’esterno da quella piccola apertura
verticale.
- Questa è la prova che è
tutto vero – si diceva.
Ma ora doveva uscire ed in
fretta, la musica probabilmente stava per terminare e i fedeli che sarebbero
usciti non potevano certo imbattersi in un uomo che esce da un muro. Tirò,
spiò, uscì e richiuse.
Scommettiamo che questa
storiellina te la leggerai, te la rileggerai e ancora te la rileggerai ?
Consigli,
indicazioni e pensieri:
E va bene, stiamo andando nel
difficile ma non possiamo farne a meno.
Ancora più difficile.
1) La prossima volta che
andate ad un mercato ambulante di chincaglieria, di modernariato, di oggetti
vari od ad una fiera qualunque cercate quale sia l’oggetto più presente.
Scoprirete che sono le scatole, vuote, di banane. Di questo non vi dico
proprio niente vi metto solo in guardia dal “ sedervi a riposare“ sulle prime
soluzioni banali che vi vengono in mente.
E’ indicativo il fatto che
nessuno si sia mai accorto di accadimenti come questo.
Figuriamoci se qualcuno si
sia dato la briga di pensare al fatto che i ciclisti timidi forano spesso
oppure che al mattino presto girano solo utilitarie e vecchie automobili.
Non se ne sono accorti e
quindi non sanno neppure il perché accada.
Questi che sembrano
giochino cretini sono invece esempi di una scienza ben codificata. Se solo la
studiate, ve lo consiglio caldamente, sarete in grado, osservando il volo di
una rondine a Bergamo, di sapere quanti spettatori ci saranno domani in un
cinema di Lima, in Perù. E’ qualcosa che sfiora la magia e invece è
saldamente scientifica. Una scienza affascinante con un nome così cretino (
americano ) che mi impedisce di citarla. Se volete la troverete voi.
Manovella n.23
La vita è come il gioco
d’azzardo puoi vincere solo quello che sei disposto a perdere. Quindi, se
vuoi guadagnare tempo devi essere disposto a perderlo o, meglio, ad
impiegarlo.
Non puoi pretendere di
giocarti cose inutili e cercare di ottenerne di utili.
Mi sembra una cosa onesta.
E’ venuto il momento di partire.
E’ inutile che vi auguri buona fortuna.
La fortuna, in questa impresa, è inutile, è una
delle cose che non servono.
Per questo viaggio decisivo servono invece tutte
quelle cose che nella società vengono mortificate. Essere colti è un buon
surplus ma è la voglia di conoscere e di esplorare che è essenziale.
Parliamo del premio.
Avremmo potuto mettere in palio un milione di
dollari, ( ma chi ce li ha ? ) con il
risultato di attirare in questa impresa persone che volessero diventare
“ soltanto “ ricche. Per chi vuole diventare
ricchi sono tanti i sistemi e le lotterie che non si sentiva di certo bisogno
di una nuova strada alla ricchezza.
Qui si vuole fare qualcosa di molto diverso e
anche il premio è diverso ma non per questo non importantissimo.
E’ quello che avete sempre sognato ma non sarò
certo io, e adesso, a dirvelo.
Perché fidarsi di me?
Bella domanda. Ma, visto che siamo in tema di
esercizi, fate anche questo, facile e difficile nello stesso tempo.
Guardatevi allo specchio, se vi siete fidati fino
ad oggi della persona che vedete di fronte a voi, e non sempre a ragione,
forse potete anche fidarvi di chi ha impiegato il suo tempo, la cosa più preziosa
che ha, per comunicare qualcosa.
E, visto che ci siamo, è bene che da ora mantenga
una certa distanza con voi lettori. E per fare questo ci sono solo due
sistemi.
1) O si fa credere al lettore di essere alla presenza di un maestro, e la cosa è risibile
vecchia e stantia, e poi mi scappa da ridere.
2) O si dice la verità: care teste di…legno che mi
state leggendo. Perdonatemi se propendo per la seconda ipotesi e comincio
subito con questa pillola, leggera-leggera.
Domanda:
Una legge di natura è una legge che la natura pone
oppure è una legge che anche la natura deve rispettare ?
Accettate un consiglio, partite senza fretta, con levità e non con sforzo.
Viaggiate con calma, il tempo non esiste.
L’obiettivo da raggiungere lo si ottiene esperendo proprio queste virtù pena
il fallimento. Si può raggiungere l’obiettivo solo imparando a fermarsi. In
fondo anche nella vita bisogna evitare
di correre verso l’obiettivo che, detto fra noi, quale sarebbe ?
Anche nel viaggio bisogna evitare di correre verso
una meta, altrimenti il viaggio finisce troppo presto. Rallentate questo
viaggio, create digressioni, ritardate il passo successivo. Spero che mi
abbiate capito.
E allora preparatevi. E non fate i furbi. Chi bara
si ritrova davanti alla tele a sorbirsi il varietà di prima serata.
Se Dio vuole siamo
partiti.
Devi raggiungere il paese, basta rileggere
attentamente il racconto del Professore e ci si arriva facilmente. Il
difficile però non è arrivarci, il difficile è rallentare e ritardare
l’arrivo e, una volta arrivati, ritardare la partenza.
Vai piano, ripeti l’esperienza del Professore.
Gustati il viaggio e gli eccezionali calamari alla griglia che nei dintorni
raggiungono sapori impensabili a prezzi ridicoli.
Insomma impara a non avere fretta. Più scansi
l’obiettivo più avrai probabilità di farcela. La calma è una virtù che ti
gioverà tanto nell’impresa. Adesso puoi solo provare a credermi, poi mi darai
ragione.
Divaga, divaga. E visto che ci sei non sottovalutare
il nobile distillato locale ma ricordati di non mangiare i datteri di mare
perché anche se in questo paese sono un cibo legale, moralmente è proibito e
giustamente. Se non sai il motivo di questa proibizione è venuto il momento
di informarti, anche questo è una buona ginnastica per divagare.
A proposito questa terra è
piena di chiese. Un detto del posto dice: “ ogni cocuzzolo una chiesa “ ma
nonostante questo non potrai sbagliare. La chiesa che cerchi, ormai lo sai, è
fortificata. Eccola.
La chiesetta è sistemata su di una collinetta ai
margini di un piccolissimo paese.
Non presentatevi prima delle 10,30. All’ingresso,
su di una targa c’è scritto dove chiedere le chiavi. Andateci oppure bussate
ad una porta qualunque e chiedete di vedere la chiesa.
Vi risponderanno di attendere e voi lo farete. La
persona che ha le chiavi abita dall’altra parte del paese ed è claudicante
oltre che gentilissima e disponibile. Si chiama Maria e, caso strano, si
chiama Maria anche la sua sostituta.
Dopo circa quindici minuti arriverà e voi potrete
entrare, ci sarà un registratore che vi illustrerà gli affreschi che saranno
illuminati seguendo il commento. Seguite bene il racconto, ma proprio bene,
non fatevi prendere dall’atmosfera coinvolgente. Alla fine pagherete il
modesto biglietto.
Ma adesso gustatevi questa splendida Danza
Macabra. Forte, austera e struggente.
Non dimenticatevi poi di vedere le cornici sopra
le vostre teste, nelle due navate laterali e che contengono le
rappresentazioni dei mesi. ( e contateli )
Guardatevi anche la Santa sconosciuta, forse la
riconoscerete. Ma soprattutto non abbiate fretta e non date nulla per
scontato. Usate la calma, frenate, non avete più nessun motivo per correre e
nessuna meta da raggiungere.
Manovella n.9
Anteo – A questo punto credo di aver capito. So
come si fa a fermare il
tempo, non ho neanche bisogno di averne conferma.
Birillo – Anch’io ho capito e mi fermo qui, ma
dobbiamo pensare anche a
quelli che non hanno capito perché non hanno voluto o potuto
fare tutto il viaggio.
Forse hanno pensato che lo scopo del
viaggio fosse quello di
arrivare.
Anteo – E’ vero, chi ha fatto tutto il viaggio sa
già tutto, chi cerca ancora
informazioni confessa il suo fallimento. Fatti loro.
Questa lingua è una
bellissima musica.
Qui gli uomini hanno
carnagione bruna e portano la coda di cavallo, le piazze si chiamano Placas,
si beve Sangria a fiumi e il piatto locale è la Paella.
Al tramonto si va sui
bastioni, che qui si chiamano Murallas, a vedere il sole che muore nel mare
mentre un’infinità di rondini, ma proprio tante, fa festa.
Ti consiglio di riordinare
le idee seduto al Cafè Latino. Ne vale la pena. Ma non andarci di Martedì, è
giorno di chiusura. Siediti e guarda il numero civico del bar. Ricordatelo.
Sarebbe saggio rimanere il più possibile in questa città, perché poi dovresti
ripartire ? Ma, quando sarai pronto, dopo giorni, mesi o anni, ricordati che
ad una trentina di chilometri da qui, verso Nord-Ovest, c’è Porto Palmas.
Una natura bellissima e
un’incredibile possibilità: quella di entrare in un film di Sergio Leone.
Vi ricordate la scena
finale de “ Il buono, il brutto e il cattivo “ ?
La scena del duello finale
? Stiamo per entrare in quel cimitero. Quello vero.
Un cimitero con tante
croci di legno, anche quella di Antonieta e di tanti bambini morti intorno al
1950. Questo non è un cimitero triste, profuma di mare e, se ci vai in primavera,
di liquirizia; ma poi vieni a sapere che tutta quella gente è morta per
un’unica causa e quella causa è dietro la prossima curva verso Sud. Vacci.
Prendi Via della Plata.
Ti trovi in un posto
fantasma con un’immensa struttura fatiscente.
Ci vivono in 60 anime. Ma
stranamente c’è un servizio di corriere tre volte al giorno.
Bho ? Passa davanti al
ristorante “ Discordia “ ( un micro-ristorante con soli quattro coperti ),
entra nel bar e fai un tuffo indietro di parecchi decenni.
Torni indietro nel tempo e
capisci cosa ha ucciso Antonieta e gli altri.
Gira per quel paese, leggi
le scritte sul muro. C’è chi vuole vendere case ai viaggiatori. Struggimento
è la parola adatta.
I due lettori
non mollano:
Anteo - Tutto farebbe concludere che siamo in una
città spagnola.
Birillo - Fermo, fermo.
Qui la Spagna non c’entra niente.
Anteo – Certo, e non si
tratta di Sud- America.
Birillo – Neanche. Si
tratta di cultura iberica, ma il Portogallo non c’entra.
Anteo - Questo vuol farci
credere che siamo in Spagna o in un paese di
lingua spagnola e non è vero.
Non può crederci così ingenui da
cadere in questo piccolo trabocchetto.
Birillo- No sta solo
facendo una timidissima selezione facendo fuori i più
distratti e anche quelli che non
ci cadranno saranno così soddisfatti del
pericolo scampato che cadranno
nella prossima trappola.
2° Movimento
Il racconto del Maestro Catello, musicista, nato a Piana
di Sorrento.
L’esperienza registrata a circa 550 Kilometri ( in
linea d’aria ) da casa sua è, naturalmente, ripetibile. Se solo volete
provarci.
“ Arrivai per caso a Piana. Eravamo verso la fine
di una bella giornata di Giugno. Mi fermai perché attratto da una strana
atmosfera.
Vedevo dappertutto persone sedute, tranquille,
sorridenti e in attesa.
Arrivai al piccolo caffè del paese, il “ Caffè
Belvedere “ e, sulla terrazza c’erano una trentina di persone, tutte sedute e
in una complice comunione tra loro, tutte rivolte verso un punto indefinito
dello spazio, silenziose e, naturalmente in attesa. Erano rivolte verso ovest
ed allora liquidai tutto pensando che attendessero il tramonto. La solita
bestia, la solita faciloneria.
Decisi che avrei continuato il viaggio ma, appena
uscito dal paese, le auto che mi precedevano cominciarono a fermarsi. Gli
occupanti scendevano e anche loro si rivolgevano verso ovest. Proseguii ma,
ad un certo punto fui costretto a fermarmi. Ormai solo io viaggiavo su quella
strada passando davanti ad una fila interminabile di gente che, col mio
passaggio infastidivo. Decisi di fermarmi, feci come gli altri. Accostai
l’auto, scesi e attesi chissà cosa.
Sono passati tanti anni da quel giorno, lo ricordo
ancora e lo ricorderò sempre.
In comunione con migliaia di persone, in un
silenzio assoluto
io non vidi, io sentii, anzi fui parte di un
avvenimento così coinvolgente che, da allora, non ho più tentato neanche di
raccontarlo o spiegarlo.
Alla fine tutti quanti, nel perdurante silenzio,
ci rimettemmo in auto ed andammo via, semplicemente diversi, trasformati. “
Invece se vogliamo parlare di chiese fortificate…
Su questa riviera, c’è una
grande piscina di acqua salata. Mentre vi
nuoti dentro puoi vedere il mare che la circonda. Ogni giorno, due ore
prima della chiusura, una signora comincia a fare le pulizie dei servizi
igienici. E’ una signora efficiente e meticolosa che si premura di ripulire
ogni volta che gli utenti usano i servizi. Viene da chiedersi: Ma perché non
cominciare a pulire dopo la chiusura al pubblico invece di ostinarsi a
ripulire mille e mille volte ? Poi volti lo sguardo verso l’acqua e intuisci.
Un ragazzetto di circa otto anni sguazza dimostrando una contentezza e
un’energia incontenibile. E’ il figlio della signora. Adesso hai capito.
SOS
Non ci siamo. O, meglio, siete voi che non ci
siete . Ma dove cazzo siete ?
Vi siete già persi ?
Probabilmente state vagando in una zona tra la
vetta d’Italia e capo Passero.
Fate attenzione, testoni.
Ho parlato di violinista e compositore italiano
del diciottesimo secolo.
Ma chi ha mai detto che il suo paese di nascita
sia in Italia ?
Napoleone, per i libri di storia è nato in Francia
( Corsica ) il 15/8/1769.
In realtà pare sia nato il 5/2/1768. Si tolse un
anno e mezzo sulla sua età perché altrimenti non avrebbe mai potuto accedere
( da italiano ) all’accademia militare francese. E allora ecco che per andare
a trovare la città di nascita dell’italiano Napoleone Bonaparte bisogna
andare in Francia.
Giuseppe Garibaldi è italiano e nato in Italia ma
se volete andare al suo paese di nascita dovete andare ancora in Francia.
Questo grande violinista e compositore italiano è
nato in Italia ma se volete andare al suo paese di nascita dovete andare… Se
dite in Francia vi sputo.
Punto due:
Dovevate reperire tre informazioni ma qualcosa è
andato storto. Forse tutto.
Dove è stato costruito il violino Abati che, si
dice, sia appartenuto al solito violinista e che comunque è ora nella sua
casa natale ?
E voi avete pensato:
Amati, Guarneri e Stradivari, Cremona, Cremona,
Cremona.
Ma vi pare che vi portavo fino alla casa del
grande violinista per farvi scoprire che Amati era cremonese ? Troppo banale.
Gli Abati erano a Cremona ma un ramo della
famiglia risiedeva in un’altra città dove svolgeva con medesima perizia la
stessa prestigiosa attività di liutaio. E lì fu costruito quello splendido
violino. Dove ? Cercatevelo. Sta di fatto che se vi siete persi, avete
toppato. Andiamo avanti. Vi pare che vi portavo fino alla chiesa fortificata
per scoprire che i mesi sono dodici ?
Continuate a sottovalutare.
La verità è che in quell’affresco i riquadri
destinati ai mesi non sono dodici. Ecco la cosa interessante.
Mentre tutti all’entrata guardano sulla destra
attratti dalla affascinante sfilata della danza macabra, sulle loro teste
sfugge che i riquadri che dovrebbero contenere i mesi non sono dodici.
Forse vi state rendendo conto che avete
sottovalutato la cosa, siete caduti nella trappola di Birillo, vi siete
affidati troppo al buon senso e avete pensato che anche senza recarsi sul
posto potevate immaginare.
Tanto
rispetto per le scelte altrui ma vi consiglio di non provare ad usare ancora
la vostra immaginazione per giustificare la vostra pigrizia. Per quanto
fantasiosi ne uscite malconci dal confronto con queste realtà.
Insomma tutti gli errori che potevate fare li
avete fatti.
Che vi giovi per lo meno il sapere quanta gente, oltre a quelli che
già
conoscete, ha lavorato dietro questo
progetto.
Cliccateci
sopra.
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