Anno 2010 ( buonasera a Lei )
Venendo
incontro al suo pressante desiderio di ricevere, di tanto in tanto, una
lettera che meriti di essere letta e che non ha nulla da venderle, Le invio
la presente.
In fondo le sto
inviando la lettera che ho sempre sognato di ricevere io, ma cominciamo pure:
Facciamo un tuffo nel nuovo. Poco lontano da Lei c’è un posto inusuale dove “ vivono “ centinaia di automi barocchi. Il nome forse è scemo ma Lei come li chiamerebbe, per esempio:
·
Le creature meccaniche
in legno e oro zecchino, polvere di corallo e circuiti integrati che si
muovono, respirano, ti osservano, distinguono gli adulti dai bambini e
conversano solo con questi ultimi ? Ce ne sono alte più di due metri.
I pochi visitatori ammessi corrono tra le sale e le creature meccaniche ti guardano, ti parlano, ti chiedono qualcosa e ti seguono. Sono gentili e comprensive e nessuna fa pesare agli umani la sua superiorità.
Quando esci da questo posto fai fatica ad abituarti al “ normale “ allo “ scontato “. Hai fatto un esercizio di elasticità mentale e ti chiedi: Ma quante cose ancora non conosco?
Ma soprattutto ricordi che le cose
esistono anche se tu non le conosci. Del resto basta solo deviare dalle solite
logiche e ci perdiamo, tutti.
Non è un nuovo romanzo di
fantascienza, è una cosa reale.
·
ARTEMISIA,
per esempio è una grande e bellissima fanciulla in legno, rame, madreperla e
oro. Contiene tante poesie. Ogni tanto le spezzetta, le assembla con un
capriccio tutto suo, e le stampa su un nastro di carta che le esce dalla bocca.
In un pomeriggio di tanti anni fa, compose tante poesie e al suo fianco c’era un
Premio Nobel per la letteratura che le declamava man mano che lei le stampava.
Quel giorno la più bella poesia fu: “
M’illumino di forse. “
·
APOLLONIA è alta più di
due metri. L’abbracci è sei pronto per telefonare. È infatti un grandissimo
telefono dalla forma di bellissima ballerina.
·
Belle da vedere anche le
piante meccaniche che fioriscono solo accendendo una candela.
·
Le finestre a muro che
apri e ti trovi affacciato su un paesaggio vivo (con movimenti, suoni, odori,
venti che ti scompigliano i capelli ecc.) e non sai più distinguere il dentro e
il fuori.
·
I libri che cambiano la
trama della storia solo poggiandoli sul calorifero o mettendoli nel frigo
(fanno azzellare le carni)
·
C’è una sala dove,
appena entri, tutto comincia a muoversi e a venire verso di te.
Tendono le mani e ti chiedono delle cose, ti parlano.
Rimani interdetto, poi capisci che
sono presenze
amiche e le assecondi.
I visitatori
1) Entrano sempre con un’ aria scettica
2) Giocano come bambini
3) Escono destabilizzati e contenti
4) Vorrebbero portare tanta gente ma… questo è un museo CHIUSO perché:
Questo posto ha bisogno di
compagni di viaggio, non di spettatori
Non
ho ancora parlato di ARTE. E l’ho fatto apposta. Siamo talmente ai confini del
verosimile che non riesco neanche a dare un nome a questa cosa che è
inverosimile ma è vera. Io un’idea ce l’avrei: se è un’arte è troppo di
frontiera, è diventata altro, ma cosa? Le opere sono opportunamente molto
belle, distraggono con la loro bellezza. Tu le ammiri e loro ti fregano come il
prestigiatore che ti mette sotto il naso una mano e con l’altra fa la “ magia “.
·
In un angolo c’è PHONICA
La macchina che ascolta con pazienza dando segni di comprensione a patto di non
esagerare. Altrimenti manifesta un’evidente irritazione e ti manda dove meriti.
·
Quando i visitatori
sfogliano il libro-scultura che legge nella mente del lettore mi diverto tanto.
La cosa grottesca è che funziona veramente e allora cominciano a leggerlo con
sufficienza e, alla fine rimangono spiazzati, interdetti e subito vogliono
sapere come funziona.
·
Ti avvicini ad un quadro e lui ( il quadro ) ti dice che un giorno qualcuno
busserà alla tua porta e, in quel momento il campanello di casa tua squilla
davvero. Tu all’inizio non colleghi, poi…
·
Il quadro vicino invece
ti sussurra che deve dirti delle cose e allora ha pensato di
telefonarti. In quel momento il
cellulare che hai in tasca squilla e tu tutto immagini tranne che sia
proprio la voce di quel quadro quella che senti all’apparecchio. E lui ti dice:
Ciao, sono il quadro che hai davanti, ora ti racconto una storia.
COSA TI RIMANE DA PENSARE? Dimmi. Forse lo indovino:
Vai nella cacca.
Che tecnicamente si chiama STRESS
da SBANDAMENTO CULTURALE.
·
In un angolo 4 ballerine
timide ed esitanti. 4 ballerine di quarta fila. 4 ballerine volenterose di un
varietà degli anni ’20 iniziano una timida danza al suono di un tango generato
dalla macchina del tango.
Poi ci sono le opere dove devi colpire
e sfregiare le opere dei grandi maestri ( Michelangelo, Leonardo… ) e qui si misura
il tuo coraggio. Perché è un gesto simbolico di malvagità quello che ti si
chiede di fare ma rimane un gesto malvagio. E, sotto quei colpi, senti urlare
quell’opera, vedi che si dibatte e soffre mentre tu uccidi l’arte.
Qualcuno
disse che l’unica cosa che ci si può aspettare
da una SCULTURA è CHE STIA
FERMA. TINGUELY se ne fregò e
pure io (NEL
MIO PICCOLO)
Una delle cose più divertenti è vedere sottovalutare un’opera e, dopo un po’, assistere al
cambiamento dell’osservatore che comincia il suo viaggio: dal sussiego allo sconcerto, alla
venerazione fino alla deambulazione traballante.
È una
cosa divertente e crudele; altro che
sindrome di Sthendal.
Ma cos’è questa storia
MAGIA
o TECNICA?
È Magia fino a
che non capisci, poi diventa Tecnica e forse Arte.
La Magia è
figlia della sottovalutazione ( .. e dell’ignoranza )
Per ultima c’è l’opera che non c’è. L’immagine che vedi nella cornice è solo un riflesso.
Si tratta di uno specchio ma è uno specchio parlante ( come quello della regina di Biancaneve ) capriccioso e
irriverente.
Bravo, sono stato bravo, ma adesso dove
vado ? Come procedo ? “ Ora devo andare, mi si seccano
i colori” (dal film “Mediterraneo”). Ogni tanto ditelo anche voi che “vi si seccano i colori” e tornate a
fare quello che veramente desiderate fare, magari anche adesso, buttando via
questa stupida lettera.
Ecco
ora ho veramente finito devo solo aggiungere che tutto quello che ho detto
finora è grottescamente vero. E
visto che sono alla fine e nessun
superficiale è arrivato fino a questa riga posso dirle che se vuole vedere le
cose che ho raccontato può vederle sul sito www.automibarocchi.com e, se proprio
la cosa La interessa, posso mandarle, con piacere, un dvd che spiega tutto o,
meglio, ci prova.
* * *
Se
sei arrivato a leggere fino a qui vuol dire che sei passato dietro le quinte
del teatro. Ora sei complice degli addetti ai lavori e quindi posso darti
qualche altra notizia,oltre che darti del Tu.
Le opere alchemiche sono molte di più di quelle che potrai vedere nella galleria del sito ( sono circa 500 ) e soprattutto hanno funzioni così poco usuali che è difficile avere il coraggio di descriverle e rischiare la giusta incredulità del pubblico, lo scherno, il piccolo rogo. Un umano ha un naturale sospetto verso una macchina che sembra dotata di vita ed è difficile spiegare che si tratta solo di una operazione culturale.
E’
difficile anche spiegare che noi umani sappiamo solo comprendere il
verosimile, non il vero. Se una cosa vera non è anche verosimile, se non
obbedisce a criteri già conosciuti, la rifiutiamo, e facciamo male, ci neghiamo
metà del mondo. Ed io ho proprio tolto da queste opere vere il carattere della
verosimiglianza e nessuno le riconosce più come cose vere ed invece loro lo
sono. E così la gente si stupisce solo del proprio errore. Vendere. Vendere.
Faccio
una fatica terribile a separarmi da queste opere, capisco il loro desiderio di
comprarle ma loro non capiscono il mio desiderio di tenermele. Questa è una
cosa che i galleristi non devono sapere ma tanto nessun gallerista è così
curioso da arrivare fin quaggiù e, nonostante questo, 185 creature sono in giro
per il mondo. BOH. Ti viene in mente la parola utopia? Ci hai preso.
Adesso, senza neanche spiegartelo hai capito perché mi sono dovuto rifugiare
sulla rete, anzi, su pagine poco accessibili della rete ( un consiglio: nel
sito usa i passaggi segreti e buon viaggio ). Questo laboratorio
produce anche macchine invisibili, di solo pensiero, che sono passate per teatri o si sono accomodate in biblioteche. E si
nascondono bene ( “ loro “ le chiamano commedie e libri ) ma…poi esci dal
teatro o chiudi il libro e ti ritrovi tutti personaggi che ti girano in testa
e, soprattutto, per casa e ti viene l’
IDEA :” faccio la stessa cosa che ha fatto quel personaggio, una sola
volta, lo giuro, solo una volta, solo per provare“. E invece comincia il
viaggio.
Mi rimane solo la curiosità di sapere quali siano
state le sue reazioni all’apertura di questa lettera, in fondo è l’unica cosa
che mi viene da chiederle. Ma è ora di chiudere. Scusi il disturbo, non approfitterò mai più della Sua
pazienza. Lo
giuro. Un saluto
Eltore Elica - forse artista -
( che si è divertito proprio tanto tanto )
Ne voglio leggere un altro e clicco sull’ombrellone Brutti pallosi vi clicco e vado via